BLITZ ANTITERRORISMO NEL NORD:
IDEE DI ATTENTATI AL GIUBILEO
E RECLUTAMENTO DI BAMBINI

jihadistiLECCO – Anche una coppia lecchese con due bambini di 2 e 4 anni tra i sei fermati di questa mattina per terrorismo. L’intenzione era quella di raggiungere la Siria e l’Iraq per arruolarsi con i miliziani dell’Isis ma l’operazione condotta dalle DIGOS di Lecco, Varese, Milano e dal ROS dei Carabinieri ha fermato i sospetti prima che di loro si perdessero le tracce.

In corso in questi minuti nella Procura milanese una conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’indagine e dei blitz odierni.
A parlare il comandante dei Ros Giuseppe Governale, Lamberto Giannini (Servizio centrale antiterrorismo), i sostituti procuratori della Procura di Milano Enrico Pavone e Francesco Cajani, il procuratore della Repubblica facente funzione Pietro Forno, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.

Gli aspiranti combattenti erano in contatto con un’altra coppia di coniugi già residenti in provincia di Lecco, Alice Brignoli e il marito Mohamed Koraichi, partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015. Dalle intercettazioni pare che Koraichi parlasse con una persona non ancora identificata di attentati da compiere in Italia, nello specifico a Roma in occasione del Giubileo.

Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha rivelato l’esistenza di un messaggio inviato da un emiro del Califfato questo mese di aprile, che invitava a “effettuare attentati in Italia”. Nel mirino soprattutto la città di Roma, da colpire con i lupi solitari.

antiterrorismo procura milano 2

Alla coppia si sarebbe dovuto unire un 23enne marocchino residente in provincia di Varese, fratello di un foreign fighter espulso dall’Italia nel gennaio 2015 con un provvedimento emesso dal Ministro dell’Interno per motivi di terrorismo. “E’ il fratello di Oussama Khachia – riporta il Corriere della Sera -, operaio 30enne morto in Siria dopo essersi unito al Califfato. Khachia, cresciuto a Brunello, in provincia di Varese, fu espulso dall’Italia il 28 gennaio 2015 per alcuni post su Facebook a favore dell’Isis. In seguito fu allontanato anche dalla Svizzera e infine avrebbe raggiunto la Siria, dove sarebbe morto”. Suo fratello ora è finito nelle indagini condotte da Digos e Ros.

Nei loro discorsi i sospettati citavano anche altri Paesi, tra quali la Svizzera, quindi gli inquirenti hanno aperto uno scambio di informazioni con altre polizie europee. Non vi sono però legami diretti con i recenti fatti di Francia e Belgio.

jihad antiterrorismo bambini“Il fenomeno italiano – spiegano dalla Procura di Milano -, è meno grave di quello di altri Paesi, tuttavia è in essere e coinvolge uomini, donne e giovani, una ‘politica familiare’ di arruolamento. Dai territori in guerra si sostiene l’arrivo di tutta la famiglia in medio oriente”. In atto vi è un vero e proprio reclutamento dei bambini, una strategia di indottrinamento che preoccupa.

Nella foto a destra i tre figli della coppia di Bulciago con il figlio di Khachia con un dito alzato verso il cielo in segno di martirio.

Le comunicazioni avvenivano in tranuillità, si tratta nella totalità di messaggi audio preregistrati inviati attraverso i canali di WhatsApp.

Nulla invece gli investigatori aggiungono a riguardo di un pugile, cittadino italiano, che sarebbe a sua volta coinvolto nelle indagini. Atleta di kickboxing ad alto livello in Italia e all’estero, avrebbe avuto intenzione di partire per unirsi all’Isis.

Moutaharrik AbderrahimSegui qui diretta dalla sala stampa della Questura di Lecco

JIHAD/DI VALMADRERA IL PUGILE 
PRONTO A UNIRSI ALL’ISIS. 
LA MOGLIE VIVEVA IN VALSASSINA