ASSOCIAZIONI ALPINISTICHE/2
UNA STORIA CONTRASTATA:
CAI, GAMMA, RICCARDO CASSIN…

LECCO – Prosegue la pubblicazione del lungo articolo propostoci da un “addetto ai lavori” che fotografa dettagliatamente e con passione lo sviluppo delle realtà lecchesi collegate alla montagna. Una storia fatta (anche) di contrasti, all’insegna della determinazione e dell’orgoglio.

Dopo la prima puntata di ieri, ecco la seconda; domani la conclusione di questa inchiesta “spigolosa”.

gruppo gamma logoL’anno seguente – il ’78 – vede la nascita di un nuovo gruppo alpinistico lecchese: il Gamma, i cui soci sono vincolati a tesserarsi anche alla U.O.E.I., con cui d’altronde vengono condivisi spazi, mezzi e progetti.

Da questo momento i due gruppi alpinistici di Lecco cammineranno ognuno per la loro strada, coerentemente al proprio orientamento e alle proprie ispirazioni di fondo. I maglioni rossi proseguono nella tradizione che ha reso il loro nome grande e famoso nel mondo: spedizioni in sud America e in Himalaya che si alternano a obiettivi più solitari e meno noti. Dall’altra parte della città il nuovo gruppo si dedica alle ripetizioni di vie classiche e moderne, alle salite invernali e all’apertura di itinerari nuovi; mentre per le esperienze sulle montagne extraeuropee, deve indirizzare i singoli soci ad inserirsi in spedizioni inter-societarie. Ognuna delle due realtà segna dei punti e ne perde altri: i Ragni, a fronte della grandiosa reputazione che sono magistralmente riusciti a costruirsi, non hanno saputo coltivare talenti nel lecchese e negli anni hanno finito sempre più spesso per arruolare scalatori di altre zone del nord Italia tra le proprie fila; i Gamma invece sono rimasti più fedeli al proprio territorio e hanno formato “in casa” – attraverso il loro Corso roccia – i propri alpinisti; ottenendo però risultati più modesti, legati all’impegno di individui isolati come Gigi Mazzoleni e Marco Anghileri.

Intanto che le due associazioni contribuivano a scrivere la storia dell’alpinismo lecchese e non solo, un’altra grande storia stava nascendo: quella dell’arrampicata sportiva.

Se negli anni ’50 e nei decenni successivi questa pratica era avvertita come un mezzo a disposizione degli alpinisti per allenarsi senza dover impegnare giorni e giorni su pareti alte centinaia di metri, a partire dagli anni ’70 l’arrampicata comincia a profilarsi come una disciplina autonoma. Riducendo a zero o quasi il rischio caratteristico dell’alpinismo, che costituisce un elemento essenziale del suo carattere romantico e avventuriero, l’arrampicata ha permesso di migliorare notevolmente la tecnica di scalata e di affrontare le pareti senza ausili artificiali: corda e moschettoni ora servono solo per garantire la sicurezza, la progressione va effettuata con i soli appigli offerti dalla roccia.

Negli anni ’80 scalatori come Wolfang Güllich, Patrick Edlinger, Jerry Moffatt, Lynn Hill, Manolo e altri grandi nomi portano l’arrampicata a difficoltà elevatissime e impensabili per l’alpinismo. Le peculiarità di questo sport si fanno sempre più evidenti e diventa sempre più lampante che anche a livello istituzionale e associazionistico non potrà convivere a lungo con l’alpinismo. Proprio in Italia, a Bardonecchia nel 1985, viene organizzato l’evento “Sportroccia” la prima gara internazionale di arrampicata sportiva, che negli anni seguenti si sposterà ad Arco di Trento, per evolvere poi in quella che sarà una delle più importanti manifestazione mondiali di arrampicata: il celeberrimo Rock Master.

CASSIN BINOCOLOUna curiosità: Riccardo Cassin è ospite d’onore a Bardonecchia dove è invitato a fare da giudice durante la competizione e quando nel 1991 si costituirà la Federazione Italiana di Arrampicata Sportiva (F.A.S.I.) la tessera numero uno porterà il proprio il suo nome. La forte simpatia che la celebrità indiscussa dei Ragni prova per la nuova disciplina, poteva essere un trampolino di lancio per il lecchese, dove avrebbe potuto sorgere una nuova e unica associazione di arrampicata, che sarebbe stata l’interlocutrice principale per il territorio. Ma le cose vanno diversamente. I maglioni rossi non nutrono tutto questo interesse per la disciplina, a coglierne invece le potenzialità sono i Gamma. Nel 1996 il gruppo fonda una squadra di free-climbing che porta il nome di “8c+ climbing team” e solo due anni dopo organizza a Valgreghentino una prova del circuito di Coppa Italia della F.A.S.I. Nel decennio successivo anche i Ragni arrivarono a capire l’importanza dell’arrampicata sportiva: sia per la rapida diffusione che stava ottenendo, sia per la possibilità che essa offriva di attirare potenziali nuovi alpinisti. Il gruppo organizza così nella città lariana diverse prove di Coppa del Mondo e un Campionato europeo, riscuotendo molto successo sia in termini di partecipazione sia di pubblico.

TEAM GAMMACosì la possibilità per Lecco di avere un’unica società di arrampicata sportiva muore sul nascere: nel 2005 viene creata l’associazione sportiva dilettantistica (A.S.D.) Team Gamma e nel 2009 i Ragni di Lecco A.S.D., che già nel nome sottolineano la loro appartenenza e il fatto di inserirsi in una tradizione consolidata. I Ragni A.S.D. sono a tutti gli effetti un’appendice del gruppo alpinistico: i soci dell’una associazione appartengono anche all’altra, gestiscono assieme la palestra della Comunità Montana in via Carlo Mauri, condividono risorse economiche e umane. Il Team Gamma si è costruito una maggiore autonomia sotto tutti gli aspetti, ma vede comunque nei gruppi Gamma e U.O.E.I. la sua condizione di esistenza.

2/CONTINUA DOMANI CON LA TERZA E ULTIMA PARTE

> La prima puntata (3 marzo)

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