ANNONE/CLAUDIO BERTINI
STAVA TORNANDO DAL LAVORO.
TRA UN ANNO LA PENSIONE

claudio-bertiniMILANO – “Una brava persona, vecchia maniera. Sapeva gestire la nostra struttura e il nostro centro con efficacia. Era molto corretto. Qui siamo come una famiglia, ci mancherà molto”. A parlare così è Paolo Preli, maestro di tennis del Centro sportivo Pro Patria di viale Sarca a Milano. Perché il signor Bertini, come lo definisce con affetto lui, ieri stava tornando a casa verso Civate come faceva tutti i giorni dal lunedì al venerdì: “Arrivava al mattino e se ne andava verso le quattro, quattro e mezza. È stata una sfortunata fatalità”.

Claudio Bertini infatti era direttore della famosa Pro Patria Milano, storica realtà sportiva con un glorioso passato nell’atletica e ora forte vivaio nella pallavolo, era lui che gestiva tutto e quando serviva si aggirava pure nei campi del grande polo di viale Sarca per dare una mano. Preciso nell’amministrazione e nell’organizzazione, grazie alla sua grande praticità riusciva a far funzionare il centro perfettamente. “Anche da questo punto di vista è una grande perdita, era insostituibile”, prosegue Preli.

La sfortunata fatalità è arrivata ieri ultimo giorno di lavoro della settimana, mentre Bertini era sulla strada del ritorno quasi giunto a casa. Nel 2017 sarebbe arrivata finalmente anche la pensione. A 69 anni, quasi 70 sarebbe stata davvero meritata.

Lascia la moglie Augusta Brusadelli, originaria di Civate, e la figlia Valeria, 31 anni laureata in giurisprudenza. In paese abitavano dal 1983, provenienti da Milano, residenti in una casa costruita da una cooperativa. Riservati, i Bertini sono conosciuti come brave persone, ma nulla più.

“Ho un ottimo ricordo di lui, anche se l’ho incontrato poche volte” – dichiara il sindaco di Civate Baldassare Mauri – “da giovane era un insegnante di educazione fisica. Mi spiace davvero tanto per lui e la sua famiglia”.

“Ne scriva tutto il bene possibile” – dice con voce rotta prima di chiudere la telefonata Luisa Cappelletti, segretaria della sezione pallavolo della Pro Patria. “Era un grande uomo, di poche parole, ma quelle giuste. Attualmente era molto concentrato nel passaggio del centro sportivo nelle mani dell’Università Bicocca, con ristrutturazioni degli spogliatoi, uffici e tribune. Il signor Bertini aveva in mano tutta l’amministrazione ed era pure il legale rappresentante”, racconta Cappelletti.

“Ci sto pensando da ieri,  – prosegue – il  nome della vittima del cavalcavia poteva essere una omonimia, ma l’Audi bianca sotto il ponte, vista nelle fotografie dei giornali, quella era la sua… acquistata a Sesto. Mi chiedo non poteva essere cinque metri più avanti o  più indietro…” Il dolore per una persona eccezionale si manifesta anche così: con una speranza ipotetica e irrealizzabile.

N. A.
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