CUPINI E CAMPEDELLI, INCONTRO
ALLA CASA SUL POZZO: “PICCOLE STORIE SI POSSONO REALIZZARE”

Massimo Campedelli - padre Cupini (2)LECCO – Dopo i fatti di Macerata, si fa ancora più intensa la necessità di “andare all’essenziale e ricostruire una mappa di vita e di viaggio”.

Così Angelo Cupini apre a La Casa sul Pozzo il secondo incontro con il sociologo Massimo Campedelli – un “allenamento alla comprensione delle questioni che ci vengono incontro”.

Nella foto qui a destra i due protagonisti dell’incontro alla Casa sul Pozzo

Casa sul pozzo.1Si prosegue sul tracciato indicato lo scorso 26 gennaio: la possibilità di arrivare il più possibile consapevoli al voto del 4 marzo passa anche attraverso la ricostruzione e la conseguente valutazione di ciò che il Governo uscente si è impegnato a progettare e realizzare.

Il testamento biologico e le unioni civili, la riforma del terzo settore e quella de “la Buona Scuola”, il Jobs Act ed il Rosatellum, il referendum costituzionale e la legge anticorruzione: sono questi alcuni dei punti passati al vaglio critico dei presenti.

Tra perplessità – metà della riforma scolastica dovrebbe essere modificata? – o dubbi – quali sono stati gli effetti positivi del Jobs Act? – e con una non indifferente dose di scoraggiamento – se il dibattito politico si gioca in una logica di mera contrapposizione, com’è possibile promuovere una partecipazione più attiva dei cittadini? – non manca tuttavia il riconoscimento dell’efficacia di alcuni provvedimenti, dal Piano nazionale Industria 4.0 fino ai Livelli Essenziali d’Assistenza in ambito sanitario.

proactivia open arms migranti rifugiatiNel mezzo di un quadro politico così dirozzato, affiora l’elemento perturbante: il tema immigrazione-sicurezza, che sta assorbendo la più parte del discorso elettorale. L’analisi di Campedelli mette a sistema questi punti: il problema del reato d’immigrazione previsto dalla legge Bossi-Fini, la chiusura delle frontiere europee e la conseguente evoluzione per l’Italia da Paese di transito a Paese-parcheggio, la crisi economica, l’intreccio di interessi internazionali in Nord Africa, lo Ius soli. La conseguenza alla complessità di queste circostanze? Una diffusa e pervasiva percezione di paura, fomentata dai mezzi di comunicazione. Si è innescata “una specie di deriva culturale che determina un confondimento rispetto alla realtà concreta delle cose: non discutiamo dei fatti ma della rappresentazione che ci facciamo dei fatti”.

Esiste un’alternativa che resista a queste logiche e che – allargando l’orizzonte – approfondisca lo sguardo? A La Casa sul Pozzo ne sono convinti: “alcune piccole storie si riescono a realizzare”. Il progetto Crossing ne è quotidiano testimone.

Ileana Noseda